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dai GIORNALI di OGGIBerlusconi vuole chiudere l'Unità Comunicato della Direzione de l'Unità Le argomentazioni contenute nei due atti di citazione sono formalmente dirette a dimostrare che l’Unità ha colpito la reputazione di Berlusconi, ma nella sostanza delineano un illecito non previsto dal nostro ordinamento, quello di lesa maestà. Il legale del presidente del Consiglio contesta le nostre opinioni politiche, le nostre valutazioni (peraltro condivise da opinionisti di altri giornali nazionali e internazionali e comunque attinenti alla libera manifestazione del pensiero tutelata dall’articolo 21 della Costituzione) sui rapporti tra la maggioranza e il Vaticano. O i giudizi sui comportamenti privati del premier e sulla loro compatibilità col suo ruolo pubblico. l legale: "Affermazioni false e lesive dell'onore del premier" L'Unità: "Premier ci ha citati per danni" Il quotidiano: chiesto un risarcimento di 2 milioni. Sotto accusa editoriali su Berlusconi e lo scandalo sessuale 2009-09-01 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-09-02 l legale: "Affermazioni false e lesive dell'onore del premier" L'Unità: "Premier ci ha citati per danni" Il quotidiano: chiesto un risarcimento di 2 milioni. Sotto accusa editoriali su Berlusconi e lo scandalo sessuale Il premier Berlusconi Il premier Berlusconi MILANO - L'Unità comunica di aver ricevuto dall'avvocato romano Fabio Lepri, uno dei legali del premier Silvio Berlusconi, due citazioni per danni con una richiesta di risarcimento di due milioni di euro. La direzione del giornale ha spiegato che il capo del governo ha chiesto anche "la condanna a una pena pecuniaria di 200mila euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, le giornaliste Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, per l'opinionista Maria Novella Oppo e la scrittrice Silvia Ballestra". La richiesta si riferisce a tutti i servizi dedicati allo scandalo sessuale che ha coinvolto il presidente del Consiglio pubblicati sui numeri del 13 luglio e del 6 agosto del quotidiano: gli editoriali del direttore ("L'etica elastica" e "Iniezioni di fiducia"), i servizi di cronaca e i commenti. I PUNTI CONTESTATI - "I due atti di citazione, lunghi complessivamente 32 pagine - si legge nella nota dell'Unità - contestano le critiche rivolte al premier a proposito della sua mancata partecipazione a impegni internazionali per la contemporanea partecipazione a incontri con la escort Patrizia D'Addario. Viene anche giudicata diffamatoria la ricostruzione dei rapporti tra gli ambienti vicini al premier e le gerarchie vaticane affinché queste ultime assumessero un atteggiamento indulgente nei confronti del premier. Viene ritenuta diffamatoria, inoltre, la ricostruzione dei rapporti tra Rai e Mediaset in funzione anti-Murdoch e indicata come lesiva dell'onorabilità del premier l'attribuzione del controllo dell'informazione in Italia e il suo abuso". Infine viene contestata la citazione di battute di Luciana Littizzetto a proposito dell'utilizzo, da parte del premier, di speciali accorgimenti contro l'impotenza sessuale. "Affermazioni false e lesive dell'onore del premier, del quale, scrive il legale, hanno leso anche l'identità personale presentando l'onorevole Berlusconi come soggetto che di certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione".
02 settembre 2009
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2009-09-02 IL DOCUMENTO. Ecco la denucia di Berlusconi all'Unità Trenta pagine per sostenere che il premier è stato "diffamato e calunniato" Il Cavaliere tra intercettazioni hard "delirio senile" e "sesso malato" di LIANA MILELLA Il Cavaliere tra intercettazioni hard "delirio senile" e "sesso malato" ROMA - No. Basta. Chi dice che Berlusconi è "un soggetto aduso a pretese iniezioni sui corpi cavernosi del pene oppure è affetto da problemi di erezioni" va punito. Lo ha scritto l'Unità il 13 luglio e il 6 agosto? Il premier, per mano del suo "legale rappresentante" a Roma avvocato Fabio Lepri, attacca il quotidiano, gli chiede tre milioni di euro di risarcimento, sostiene di essere stato ripetutamente "diffamato e calunniato". Trenta pagine, in due distinte citazioni per due numeri del giornale, che vengono scritte per sostenere un'unica tesi. Questa: "Berlusconi viene presentato come protagonista di telefonate hard, come persona che impone, a fronte di collocazioni nel consiglio dei ministri o candidature elettorali, pesanti prestazioni sessuali". Affermazioni "false e lesive del suo onore, della sua reputazione, della sua immagine" scrive Lepri traducendo "l'indignazione del premier" in un atto giudiziario. Perché il presidente del Consiglio "viene presentato come soggetto che di certo non è", visto che è descritto "come una persona con problemi di erezione, che fa ricorso a misteriose iniezioni, che in modo spregevole impone prestazioni non gradite e le baratta con posti di governo o candidature elettorali". Insiste Lepri: "Il premier viene presentato come persona che intrattiene telefonate hard, poi intercettate, e i cui contenuti confermerebbero quanto sopra. E poi tenta di farle passare sotto silenzio, manipolando le televisioni, oppure per fini personali spingendo la Rai alla "guerra" contro Sky". L'ossessione del delirio senile. L'avvocato Lepri traduce nelle citazioni contro l'Unità i leit motiv del Cavaliere. Scrive: "In scritti palesemente diffamatori, sia perché contengono falsità, sia perché sono comunque caratterizzati da forme insinuanti e diffamatorie, si presenta il dottor Berlusconi come persona affetta da una malattia, da un delirio senile di onnipotenza, che frequenterebbe perciò minorenni, parteciperebbe ad orge, incontrerebbe sessualmente prostitute e per tali attività non rispetterebbe neppure gli impegni istituzionali e opererebbe baratti col Vaticano per rifarsi una reputazione facendo approvare leggi contrarie agli interessi dei cittadini". Sesso malato. Scrivendo ai giudici l'avvocato Lepri insiste: "L'Unità presenta Berlusconi come soggetto che di certo non è, ossia come una persona spregevole, "malata", che per il sesso (peraltro a pagamento) trascura i propri impegni istituzionali, arrivando addirittura a frequentare minorenni. Comunque una persona che sfrutta la propria carica politica per fini personali, promuovendo leggi al solo fine di "ingraziarsi" il Vaticano". "Silvio è un porco". Il legale di Berlusconi contesta all'Unità di aver "recepito in toto facendole proprie le deliranti dichiarazioni" dell'ex parlamentare di Forza Italia Paolo Guzzanti, "aggiungendo del suo, condividendolo o addirittura utilizzandole per costruire altre falsità come la mendace "guerra" contro Sky". Il quotidiano non avrebbe dovuto "addirittura riportare dettagli a sfondo erotico". Contesta Lepri: "Si spazia da "rapporti anali non graditi", a "ore e ore di tormenti in attesa di una erezione che non fa capolino", da "discussioni sul prossimo set", a "consigli fra donne su come abbreviare i tormenti di una permanenza orizzontale pagata come pedaggio"". Il tutto, ci tiene a ribadirlo il legale del premier, "è completamente falso" perché "il dottor Berlusconi è stato presentato coram populo come persona diversa dalla realtà, sia nel privato che nel pubblico, la di lui immagine è stata deformata con attribuzione strumentale di fatti del tutto falsi e di condotte riprovevoli". Intercettazioni hard. È uno dei peggiori incubi del premier. Le telefonate "calde" intercorse tra lui e alcune delle sue ministre. Per cui l'avvocato Lepri accusa l'Unità di aver messo in piedi una "premeditata strategia" quando ha titolato in prima pagina "L'intercettato" e ha poi dato conto delle notizie di colloqui tra il capo del governo e le esponenti di Forza Italia poi entrate a palazzo Chigi. S'indigna Lepri quando legge: "Vi sarebbero nastri di "celebri intercettazioni telefoniche tra signorine poi diventate ministro rimaste sui tavoli delle scrivanie delle redazioni, dei ministeri, degli uffici parlamentari il tempo necessario, poco, ma sufficiente a essere letti, fotocopiati, spediti in allegato per email a decine di persone"". La D'Addario più di Silvio. "La reputazione del dottor Berlusconi è descritta come inferiore a quella di una prostituta". Così scrive l'avvocato Lepri contro l'Unità contestando i resoconti sul caso della escort barese Patria D'Addario e prendendosela con il direttore Concita De Gregorio quando afferma che "sarebbe più integra la reputazione della D'Addario piuttosto che quella di un uomo di Stato che promette solennemente una somma concordata per chi muore di fame in Africa e poi ne dispensa solo il 3%, cioè niente". (3 settembre 2009)
Dopo la citazione per danni a Repubblica l'attacco al direttore Concita De Gregorio e a 4 giornaliste Nel mirino gli articoli sulla D'Addario, i rapporti con il Vaticano e la strategia anti-Murdoch Berlusconi denuncia l'Unità 2 milioni di euro per lesa dignità Il legale: "Lo hanno presentato come quello che non è, ossia come persona con problemi di erezione" Insorge il Pd. Anna Finocchiario: "Reazione del premier al dissenso sempre più violenta" Berlusconi denuncia l'Unità 2 milioni di euro per lesa dignità ROMA - Il direttore, due giornaliste, un'opinionista e una scrittrice, tutte donne e tutte accusate di lesa dignità per avere scritto delle frequentazioni del premier con la escort Patrizia D'Addario, per avere messo in discussione i suoi rapporti con il Vaticano, per averlo sospettato di controllare l'informazione in Italia e anche per una battuta sull'impotenza sessuale". L'ultimo atto della guerra intrapresa da Silvio Berlusconi nei confronti della stampa non allineata è la citazione per danni al quotidiano l'Unità. Una "denuncia", che segue di pochi giorni quella a Repubblica scatenata per tacitare le famose 10 domande: una causa civile per colpire economicamente l'editore e le giornaliste. La direzione dell'Unità informa di avere ricevuto questa mattina due citazioni per danni per un totale di due milioni di euro. Il capo del governo chiede inoltre la condanna a una pena pecuniaria di 200mila euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, per le giornaliste Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, per l'opinionista Maria Novella Oppo e per la scrittrice Silvia Ballestra. I motivi. La richiesta, informa la nota della direzione del quotidiano, "si riferisce a tutti i servizi dedicati allo scandalo sessuale che ha coinvolto il premier pubblicati sui numeri del 13 luglio e del 6 agosto del quotidiano: gli editoriali del direttore (intitolati "l'etica elastica" e "iniezioni di fiducia"), i servizi di cronaca e i commenti. I due atti di citazione, lunghi complessivamente 32 pagine, contestano le critiche rivolte al premier a proposito della sua mancata partecipazione a impegni internazionali per la contemporanea partecipazione a incontri con la escort Patrizia D'Addario". Inoltre, si legge ancora nella nota, nei due atti di citazione del premier nei confronti dell'Unità, "viene anche giudicata diffamatoria la ricostruzione dei rapporti tra gli ambienti vicini al premier e le gerarchie vaticane affinché queste ultime assumessero un atteggiamento indulgente nei confronti del premier. Ritenuta diffamatoria anche la ricostruzione dei rapporti tra Rai e Mediaset in funzione anti-Murdoch. Viene indicata come lesiva dell'onorabilità del premier l'attribuzione del controllo dell'informazione in Italia e il suo abuso. Contestata pure la citazione di battute di Luciana Littizzetto a proposito dell'utilizzo, da parte del premier, di speciali accorgimenti contro l'impotenza sessuale". Il legale di Berlusconi, Fabio Lepri, le giudica "affermazioni false e lesive dell'onore" del premier del quale "hanno leso anche l'identità personale presentando l'on. Berlusconi come soggetto che di certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione". Insorge il Pd. La prima a intervenire è Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato: "Dopo la Repubblica oggi anche l'Unità ha ricevuto alcune citazioni per danni dal presidente del Consiglio a causa dell'esercizio, da parte del quotidiano, della libertà di stampa e di critica sui comportamenti del premier. Non vogliamo entrare nel merito della vicenda, ma ancora una volta osserviamo come la reazione al dissenso nei confronti del suo operato sia tanto violenta, quanto incapace di rispondere alle domande e alle critiche che i media nazionali e stranieri gli rivolgono. Eppure, un capo del governo che si rispetti dovrebbe sapere che il suo operato può essere oggetto di critiche da parte della stampa, dell'opposizione, degli organismi sovraordinati, come è giusto e legittimo che sia in democrazia". Anche i deputati Pd intervengono con una nota in cui si dicono "certi che nessuna intimidazione" nei confronti dell'Unità "possa ottenere alcun risultato se non quello di farvi continuare a svolgere il vostro lavoro con la serietà e l'indipendenza che vi ha sempre caratterizzato". (2 settembre 2009) |
L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-09-02 Atto Citaz. 6 Agosto 2009 Atto Citaz. 13 Luglio 2009Berlusconi vuole chiudere l'Unità Comunicato della Direzione de l'Unità Le argomentazioni contenute nei due atti di citazione sono formalmente dirette a dimostrare che l’Unità ha colpito la reputazione di Berlusconi, ma nella sostanza delineano un illecito non previsto dal nostro ordinamento, quello di lesa maestà. Il legale del presidente del Consiglio contesta le nostre opinioni politiche, le nostre valutazioni (peraltro condivise da opinionisti di altri giornali nazionali e internazionali e comunque attinenti alla libera manifestazione del pensiero tutelata dall’articolo 21 della Costituzione) sui rapporti tra la maggioranza e il Vaticano. O i giudizi sui comportamenti privati del premier e sulla loro compatibilità col suo ruolo pubblico. Viene addirittura qualificato lesivo della onorabilità del premier il fatto di aver riportato giudizi espressi pubblicamente da Veronica Lario attorno alle sue condizioni e alle sue frequentazioni con minorenni. Persino l’opinione di una scrittrice come Silvia Ballestra viene inserita nell’elenco delle affermazioni non pubblicabili. Un passo dell’atto prodotto dal legale del premier riassume bene il senso complessivo dell’iniziativa. "Si è scritto, spacciandolo per vero, che ‘tutto’ sarebbe stato ‘nascosto ‘ manipolando l’informazione attraverso le televisioni. E che il dottor Berlusconi non solo avrebbe tale controllo ma addirittura ne avrebbe abusato e continuerebbe ad abusarne in danno del servizio pubblico Rai e per i suoi interessi personali (che sarebbero una sorta di guerra contro Sky). Il che, come quant’altro divulgato dall’Unità, è mera invenzione". In definitiva, è "diffamatorio" anche dire che Berlusconi controlla l’informazione in Italia. Viene contestata la "illiceità" di due interi numeri del giornale in tutte le loro parti che si riferiscono al presidente del Consiglio e, attraverso il combinato disposto di articoli e commenti, diventa "diffamatoria" una linea politica e una visione del mondo. Non è possibile, nei due atti di citazione, trovare nulla che riguardi il merito delle affermazioni contestate. Né, quindi, ci viene data la possibilità di dimostrare che esse sono fondate su dichiarazioni pubbliche (addirittura fatte da parlamentari della Repubblica un tempo legatissimi al premier, come Paolo Guzzanti) o su dichiarazioni già acquisite dall’autorità giudiziaria (come quelle della D’Addario) e diffuse da tutta la stampa mondiale. E questo chiarisce le ragioni della scelta della sede civile e la richiesta di un risarcimento esorbitante. E’ evidente che Silvio Berlusconi, come già il fascismo, vuole chiudere il giornale fondato da Antonio Gramsci. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per impedirlo. Lanciamo, ai nostri lettori e a tutti i democratici, un appello perché si mobilitino a difesa della libertà di stampa. L'intenso traffico che il nostro quotidiano online sta registrando in queste ore, potrebbe causare dei rallentamenti nell'accesso: ce ne scusiamo con i lettori . 02 settembre 2009
Berlusconi querela le donne del quotidiano l'Unità La direzione dell’Unità annuncia di aver ricevuto nella mattinata di oggi due citazione per danni per un totale di due milioni di euro dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il tramite del suo legale romano Fabio Lepri. Il capo del governo chiede inoltre la condanna a una pena pecuniaria di 200.000 euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, per le giornalista Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, per l’opinionista Maria Novella Oppo e per la scrittrice Silvia Ballestra. La richiesta si riferisce a tutti i servizi dedicati allo scandalo sessuale che ha coinvolto il premier pubblicati sui numeri del 13 luglio e del 6 agosto del quotidiano: gli editoriali del direttore (intitolati "l’etica elastica" e "iniezioni di fiducia"), i servizi di cronaca e i commenti. I due atti di citazione, lunghi complessivamente 32 pagine, contestano le critiche rivolte al premier a proposito della sua mancata partecipazione a impegni internazionali per la contemporanea partecipazione a incontri con la escort Patrizia D’Addario. Viene anche giudicata diffamatoria la ricostruzione dei rapporti tra gli ambienti vicini al premier e le gerarchie vaticane affinché queste ultime assumessero un atteggiamento indulgente nei confronti del premier. "Diffamatoria", inoltre, la ricostruzione dei rapporti tra Rai e Mediaset in funzione anti-Murdoch. Viene indicata come lesiva dell’onorabilità del premier l’attribuzione del controllo dell’informazione in Italia e il suo abuso. Contestata pure la citazione di battute di Luciana Littizzetto a proposito dell’utilizzo, parte del premier, di speciali accorgimenti contro l’impotenza sessuale. "Affermazioni false e lesive dell’onore" del premier del quale, scrive il legale, "hanno leso anche la identità personale presentando l’on. Berlusconi come soggetto che di certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione". 02 settembre 2009
Solidarietà a l'Unità. Franceschini: "Questa è intimidazione" Solidarietà, messaggi a difesa della libertà di informazione, richiami alla mobilitazione. Il tam tam è immediato. A l'Unità arriva la solidarietà, "anche a nome delle senatrici e dei senatori del Pd", di Anna Finocchiaro, che difende "l'esercizio, da parte del quotidiano, della libertà di stampa e di critica sui comportamenti del premier" ed esprime "vicinanza all'Unità, al suo direttore responsabile Concita De Gregorio e alle giornaliste, opinioniste e scrittrici colpite dalle citazioni per danni ricevute dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a causa dei servizi che il quotidiano ha dedicato ai comportamenti del premier stesso". "Prosegue la strategia di intimidazione del premier", avverte il segretario del Pd Dario Franceschini. "Un nuovo atto inaccettabile di intimidazione e aggressione alla stampa e alla sua indipendenza", stigmatizza Piero Fassino. "Chi non si allinea viene colpito", corre a solidarizzare con il direttore e la redazione de l'Unità anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. "Solo l'indignazione supera lo sconcerto per l'arroganza con cui il capo del governo, padrone di giornali e televisione, titolare di un colossale conflitto di interessi, tenta di imbavagliare e intimidire tutte le agenzie di informazione che non fanno parte del suo dominio, per la sola colpa di non essere asservite e supine", commenta il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro. "Chiedere un risarcimento ad un giornale per degli editoriali è evidentemente un modo abbastanza chiaro di intimidire", spiega dunque il segretario del Pd Dario Franceschini: "Piuttosto, si guardi le fotografie che ha pubblicato l'Unità oggi, l'orrore di quelle foto, di cosa avviene nei campi profughi", dice il leader del Pd, che invita il premier a riflettere sui campi profughi libici, e sull'Italia, uno Stato che "ha respinto dei profughi fuggiti alla morte e alla disperazione che avevano diritto all'asilo politico. Una cosa è il contrasto all'immigrazione clandestina e un'altra è non rispettare i più elementari diritti dell'uomo". "Anzichè fare causa all'Unita - ha concluso - Berlusconi prenda la copia di oggi e guardi quelle foto" Per Di Pietro il passo verso il regime è breve. "Ecco la dittatura di ritorno, e dalle carte bollate all'olio di ricino il passo è breve. Oggi è toccato a L'Unita, ieri a noi dell'Italia dei Valori, nei giorni scorsi nel mirino sono finiti "Repubblica" e la stampa estera. Insomma, come accade in tutti i peggiori regimi, chi non si allinea viene colpito", osserva il leader dell'Idv, che esprime "solidarietà al direttore de l'Unita e ai suoi redattori, colpevoli soltanto di aver svolto bene il loro lavoro". "Non vogliamo entrare nel merito della vicenda - osserva Anna Finocchiaro -, ma ancora una volta osserviamo come la reazione al dissenso nei confronti del suo operato sia tanto violenta, quanto incapace di rispondere alle domande e alle critiche che i media nazionali e stranieri gli rivolgono". La capogruppo del Pd ricorda che "un capo del governo che si rispetti dovrebbe sapere che il suo operato può essere oggetto di critiche da parte della stampa, dell'opposizione, degli organismi sovraordinati, come è giusto e legittimo che sia in democrazia". E conclude ammonendo che è "l'opinione pubblica aspetta ancora le risposte del premier e che reazioni così scomposte sono sintomo di una difficoltà e prima o poi si trasformeranno in autogol". Mentre la senatrice del Pd Vittoria Franco risponde al premier "di fronte a questo ennesimo attacco alla libertà di stampa da parte del presidente del Consiglio": "Ci denunci tutte, tutte noi che abbiamo preso la parola e partecipato alla discussione e all'analisi critica sul suo comportamento che abbiamo ritenuto lesivo della dignità delle donne". "L'Unità - ricorda Vittoria Franco - è uno dei pochi quotidiani italiani che abbia reagito di fronte alle vicende del premier, nonchè l'unico ad aver finalmente rotto il silenzio parlando della dignità delle donne e della loro necessità e capacità di reagire di fronte al mercimonio del corpo femminile emerso proprio da quei comportamenti del capo del governo". Quale sia il segno di questo ennesimo attacco è chiarissimo anche per l'ex ministro della Comunicazione Paolo Gentiloni: "Il messaggio è: chi fa informazione su qualsiasi materia esprimendo posizioni critiche verso il capo del governo, lo fa a proprio rischio e pericolo". Per Gentiloni "diventa sempre più urgente la mobilitazione per difendere la libertà di informazione dalla crociata di un premier che già controlla buona parte dei media italiani". E anche Beppe Giulietti a nome di Articolo 21 rilancia la manifestazione sulla libertà di informazione e invita anche "i più tiepidi, moderati e cinici" a partecipare, perché "si può essere di destra ma non per questo genuflettersi all'altare del conflitto interessi". E avverte: "questa campagna non si fermerà a Repubblica e all'Unità, a Raitre e al Tg3 ma coinvolgerà numerose altre testate e anche quelle, magari anche di destra, che vorranno fare semplicemente il loro mestiere". "Quelli che oggi sghignazzano - prosegue Giulietti - tra non molto scopriranno, come è già accaduto, che presto la favola narrerà anche di loro. Per questo sarà fondamentale la più ampia partecipazione alla manifestazione per la libertà di informazione". 02 settembre 2009
D'Alema: "Io da premier ritirai le denunce ai giornali" di Andrea Carugati "Se Berlusconi avesse un’amante, o anche se la raccomandasse alla Rai, sarebbe gossip, ma il fatto che il capo del governo sia connesso, sia pure come utilizzatore finale, con un giro di prostituzione organizzata non è gossip, ma un fatto pubblico, che mina la credibilità dell’Italia nel mondo e delle istituzioni e su cui è tenuto a dare spiegazioni". Siamo quasi alla fine di un lungo dibattito, alla Festa di Pd di Genova, con Bruno Tabacci e Grazia Francescato sulle possibilità di costruire un nuovo centrosinistra. Massimo D’Alema sceglie le parole con attenzione, e attacca a muso duro Silvio Berlusconi. Poco prima aveva spiegato che "tutto ciò che ha a che vedere con la libertà di informazione lo infastidisce e scatta l’aggressione" e aveva ribadito il suo sì alla manifestazione di metà settembre in difesa della libertà di stampa. Il caso-l’Unità è sul tappeto, D’Alema lo definisce "un’aggressione" e la collega alla denuncia a "Repubblica" e al caso di "Avvenire" di cui "colpisce la ferocia squadristica". "Quando fui nominato premier ritirai le cause ai giornali, perché da quella posizione la querela è un’intimidazione del potere". Eccole qui, le scosse che l’ex ministro degli Esteri aveva annunciato prima dell’estate: "La mia era una valutazione esatta, c’è un rischio di avvelenamento, una violenza che nasce dalla disperazione". "Persino una parte della destra capisce che per il loro futuro Berlusconi è un problema serio", avverte D’Alema. Certamente, assicura, nella Chiesa "ci sono segnali seri di insofferenza, parole importanti. Ha risposto con insolita fermezza, sta guardando con più equilibrio la politica italiana". Anche Tabacci vede qualche crepa: "Gerarchie divise? Sarebbe un passo avanti, prima erano unite con la destra... ". Il CLN DI TABACCI "Facciamo un comitato di liberazione nazionale da Berlusconi", propone Tabacci. "Le regionali sono un banco di prova importante, possiamo fare una nuova coalizione in 8 regioni. Ma noi non ci aggiungiamo al vecchio centrosinistra". D’Alema approva sul sistema tedesco e l’archiviazione del mito bipolarista e dell’elezione semi-diretta del premier: "Ma non basta l’emergenza democratica, per vincere bisogna costruire una vera alternativa di governo, io e te non siamo più alternativi come ai tempi della Dc e del Pci. E poi adesso facciamo il 30% in tutto... ". Tabacci non ci sta: "Se volete rifare l’Ulivo il mio interesse è pari a zero. Dobbiamo fare un Cln, non si esce dal tunnel di Berlusconi-Putin con dei passaggi normali". D’Alema lo punzecchia: "Mica vorrai la lotta armata... " e insiste: "Non è impossibile costruire un nuovo centrosinistra". "E Di Pietro?", domanda Mentana. "L’uomo è ingrato, ma quando è al governo, messo alla stanga, è disciplinato". Prima del dibattito, D’Alema si è concesso un giro in gommone al largo del porto di Genova, per vedere da vicino il catamarano di Alinghi, il team svizzero vincitore dell’ultima Coppa America. Con il patron Bertarelli solo un saluto da lontano. 02 settembre 2009
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